Oggi vi portiamo una notizia che non ha tanto a che vedere col prosciutto iberico ma che è sempre molto simpatica, e che comunque accenna l’importanza che il prosciutto crudo di pata negra ne ha nella gastronomia, per dirla così, più elevata.
Tutti ricorderemo ancora come data speciale l’ormai passato ventuno dicembre duemiladodici, giorno in cui era stata segnalata la fine del mondo per la antica civiltà maya. Ebbene, il mondo (bene o male) non è finito, però il giorno prima è stato per molti un giorno di gran suspense se non altro: alcune persone hanno fatto raccolta di cibo e si sono rinchiuse dentro a un rifugio; altre sono andate dalle feste tematiche; altre hanno deciso di fare dalla sua teorica ultima cena la cena migliore della sua vita.
È questo il caso di un gruppo di persone che hanno voluto rimanere sconosciute. Sappiamo nonostante che c’erano tre spagnoli e tre francesi al gruppo. Il menu è stato composto dai piatti che i commensali non avevano assaggiato mai (per trattarsi di cibo d’alta cucina, acquistabile di solito soltanto per alcuni pochi fortunati). Cui elenchiamo alcuni dei prodotti ordinati e mangiati: prosciutto iberico puro di ghianda (1.800 euro il pezzo); mezzo chilo di angulas (ceche) del Norte (300); gamberette rosse di Palamos (240 euro); tramezzino di tartufo nero (280); caviale imperiale di Sologne (mezzo chilo a 1.250 euro); bue di Wagyu (1.950); 200 grammi di capellini di tartufo bianco di Alba (1.300); e così via.
Una cena senza dubbio all’altura delle circostanze.